Il ruolo dei profumi nelle civiltà antiche: Egitto, Grecia e Roma

I profumi nelle civiltà antiche non erano semplici ornamenti, ma elementi fondamentali della vita quotidiana, religiosa e sociale. Oggi abbiamo un’idea ben precisa di cosa sia un profumo, del suo utilizzo e, soprattutto, di ciò che rappresenta: un simbolo di identità, ma anche di eleganza e di piacere sensoriale. Tuttavia, fin dall’antichità, il profumo non è mai stato un semplice accessorio, ma nelle grandi civiltà mediterranee, in particolare in Egitto, Grecia e Roma – le fragranze erano elementi centrali della vita quotidiana, religiosa e simbolica.
Dai rituali sacri alla cura del corpo, dalla medicina allo status di potere, il profumo rivestiva un ruolo complesso, intrecciato con la cultura, la spiritualità e la società. Qual era il ruolo dei profumi nelle civiltà antiche?
Leggi anche il nostro approfondimento su la storia dei profumi: dalle antiche tradizioni alle tendenze moderne nel mondo delle fragranze.
I profumi nell’antichità: l’Antico Egitto
Nell’Antico Egitto, i profumi avevano un ruolo di grande importanza, perché costituivano un elemento di congiunzione tra il mondo umano e quello divino. Influenzavano profondamente ogni aspetto della vita, dalla quotidianità alla sfera religiosa, ma erano centrali soprattutto nelle cerimonie funerarie.
l Kyphi (o Kapet) era una delle fragranze più celebri dell’antico Egitto, utilizzata sia nei rituali religiosi che come rimedio medicinale. Secondo Plutarco, la sua preparazione coinvolgeva sedici ingredienti, tra cui miele, vino, uva passa, mirra, resine e varie erbe aromatiche. Questa miscela veniva bruciata nei templi per onorare gli dei e purificare l’aria, ma era anche utilizzata per favorire il sonno e alleviare problemi respiratori. Cleopatra stessa era famosa per l’uso sapiente che faceva di unguenti aromatici, utilizzandoli come arma di seduzione, tanto da ammaliare persino Marco Antonio.
La produzione di profumi era considerata come un’arte sacra e difatti veniva praticata quasi sempre all’interno dei templi. Sacerdoti specializzati preparavano oli e unguenti seguendo formule tramandate oralmente, rendendo purtroppo difficile la loro ricostruzione per gli studiosi moderni.
I profumi erano raffigurati anche nelle pitture tombali, sotto forma di coni profumati. Questi coni erano realizzati con cera d’api e venivano indossati durante cerimonie e banchetti. Sciogliendosi, rilasciavano fragranze che profumavano tutto l’ambiente; la loro essenza era simbolo di purezza e benessere.
Troviamo impiegati i profumi anche nel processo di mummificazione, in particolare oli e resine aromatiche, soprattutto mirra e incenso. Lo scopo era quello di preservare il corpo e prepararlo al viaggio nell’aldilà.
Oltre a rituali sacri e religiosi, sia uomini che donne erano abituati a utilizzare oli profumati per la cura del corpo, l’igiene ma anche come segno di status sociale.
I profumi nell’antica Grecia
Abbiamo visto che i profumi nelle civiltà antiche erano indispensabili, anche nell’antica Grecia. Le fragranze difatti erano utilizzate per onorare gli dei, curare il corpo e celebrare eventi importanti.
I Greci credevano che i profumi avessero un’origine divina e li utilizzavano soprattutto nei rituali religiosi. Durante le cerimonie, l’incenso e le essenze aromatiche venivano bruciati per onorare gli dei e purificare l’ambiente. Perfino le statue delle divinità venivano unte con oli profumati, in particolari dolci, come rosa e cera d’api. Questo rituale aveva il nome di kosmesis, che serviva anche a proteggere le sculture dagli agenti atmosferici. I profumi nelle civiltà antiche avevano davvero mille usi!
Anche la produzione di profumi in Grecia era un’arte raffinata. Gli artigiani utilizzavano una vasta gamma di ingredienti, tra cui fiori come rosa, lavanda e violetta, ma anche erbe aromatiche come maggiorana, menta e mirto, e spezie come zafferano e cardamomo. Le essenze venivano estratte attraverso la macerazione in oli vegetali che servivano da base per la creazione delle fragranze.
In Grecia oli e profumi venivano utilizzati non solo per la cura del corpo, ma anche per profumare la casa e gli indumenti. I profumi nelle civiltà antiche avevano anche un ruolo nella medicina. I greci credevano infatti che alcune fragranze avessero proprietà terapeutiche, ritenendo che il profumo potesse influenzare positivamente il corpo e la mente.
Il filosofo Teofrasto, discepolo di Aristotele, scrisse un testo famosissimo sui profumi nelle civiltà antiche, il “Trattato degli odori“, che viene considerato uno dei primi esempi di studio sistematico sugli odori e le loro proprietà. Questo testo ci dà una visione approfondita sull’origine dei profumi in Grecia, ma anche sulla loro classificazione, uso nella medicina e nella vita quotidiana.
Il ruolo dei profumi nelle civiltà antiche: l’antica Roma
L’uso dei profumi nelle civiltà antiche, e in particolare a Roma, rifletteva una società attenta all’estetica, alla spiritualità e al benessere personale. I Romani bruciavano resine aromatiche e unguenti su bracieri durante le cerimonie religiose per onorare gli dei e purificare l’ambiente. Questo uso rituale si estese poi alla vita quotidiana, influenzando le pratiche igieniche e cosmetiche.
Come si realizzavano i profumi nell’antica Roma? I loro profumi erano composti da una base oleosa, come l’olio d’oliva, in cui venivano macerate essenze di fiori, spezie e resine. Tra gli ingredienti più apprezzati vi erano la rosa, il mirto, la cannella, il nardo e lo zafferano. Tutti ingredienti che ritroviamo spesso nella creazione di profumi nelle civiltà antiche. La produzione poi avveniva attraverso la macerazione e la spremitura, tecniche raffigurate anche negli affreschi della casa dei Vettii a Pompei. C’era poi una particolare attenzione anche a contenitori e boccette che racchiudevano le fragranze. I profumi erano conservati negli alabastron, piccoli vasi realizzati in alabastro, materiale da cui il contenitore prende il nome. L’alabastron ha origine antica, probabilmente pregreca.
Troviamo poi i profumi largamente impiegati nella sfera quotidiana; venivano usati dopo il bagno, per profumare i capelli e gli abiti, ma anche durante i banchetti. Anche gli ambienti pubblici, come i teatri, venivano profumati con acqua di rose.
Oltre all’uso personale, i profumi avevano un ruolo centrale nei rituali religiosi. Durante le cerimonie, si bruciavano unguenti e resine aromatiche per ottenere un fumo profumato che si credeva raggiungesse gli dei. Un rito che abbiamo visto anche in altre civiltà antiche, come gli Egizi.
I profumi nelle civiltà antiche rappresentavano un linguaggio culturale fatto di riti, simboli e status sociale. Le fragranze hanno saputo da sempre raccontare storie di identità e oggi, molti dei profumi che indossiamo, hanno radici che affondano proprio in quelle antiche tradizioni.
Tu conoscevi la loro storia?