La storia dei profumi: dalle antiche tradizioni alle tendenze moderne

Il profumo è qualcosa a cui non possiamo più rinunciare, specialmente oggi. È più di un accessorio, parla di noi, evoca sensazioni e ricordi, è quel tocco personale che amiamo sfoggiare in qualsiasi occasione, che sia una passeggiata con le amiche o un appuntamento galante.
Fin dai tempi più remoti, abbiamo cercato di replicare tutto quello che ci affascinava, quei sentori che restano indelebili nella mente, come aromi di piante, resine e fiori per celebrare momenti sacri, per vanità, ma anche per affermare noi stessi. Se dovessimo descrivere la storia del profumo, potremmo paragonarlo a un viaggio multisensoriale che tocca tanti ambiti, come la religione, la medicina, l’arte, ma anche la moda. Dall’Antico Egitto ai salotti parigini delle grandi maison, ogni epoca ha lasciato qualcosa che ha contribuito a dar vita al profumo – ma anche alla storia dei profumi -, così come lo conosciamo oggi.
Passano i secoli e il profumo è sempre più quell’accessorio di cui non sappiamo fare a meno, un vero e proprio linguaggio che parla di noi più di quanto immaginiamo. Scopriamo insieme come nasce il profumo e come si evoluto fino ai nostri giorni.
Cos’è il profumo? Le origini
Partiamo dal principio, cosa vuol dire la parola profumo? Il termine profumo deriva dal latino per fumum, che significa letteralmente attraverso il fumo. Ciò richiama le antiche pratiche rituali in cui si bruciavano resine, legni aromatici ed erbe per produrre fumi profumati, utilizzati per onorare le divinità, purificare gli ambienti o accompagnare cerimonie sacre. Inizialmente infatti i profumi erano ottenuti bruciando resine, erbe e legni aromatici, come per esempio l’incenso e la mirra.
Tecnicamente, il profumo è una miscela di oli essenziali profumati e composti aromatici, fissativi e solventi, di solito in forma liquida, utilizzata per dare profumo al corpo, agli animali, al cibo, agli oggetti e agli spazi abitativi. In pratica, potremmo definire i profumi come delle particolari sostanze che emettono e diffondono un odore gradevole e fragrante.
Le prime forme di profumo
A quando risalgono le prime origini dell’uso dei profumi? Testi antichi e scavi archeologici testimoniano l’uso dei profumi già in alcune delle prime civiltà umane. Nell’antico Egitto, ad esempio, venivano prodotti unguenti e oli profumati sia per scopi religiosi che cosmetici, mentre in Mesopotamia si svilupparono le prime tecniche di distillazione di essenze aromatiche.
Una piccola curiosità, una delle prime figure storiche legate alla profumeria è Tapputi, una profumiera babilonese, vissuta nel secondo millennio a.C., considerata la prima creatrice di profumi della storia. Le sue tecniche di distillazione e filtrazione sono proprio documentate in tavolette cuneiformi, e rappresentano le prime testimonianze scritte sull’arte della profumeria.
A oggi, la profumeria più antica è stata scoperta sull’isola di Cipro. Gli scavi del 2004/2005 condotti da un team di archeologici italiani, hanno portato alla luce prove dell’esistenza di un’enorme fabbrica che esisteva già 4.000 anni fa durante l’età del bronzo. In questo sito infatti sono stati trovati vasi di ceramica con residui di profumi, indicando una produzione su larga scala destinata anche all’esportazione nel bacino del Mediterraneo.
In principio, abbiamo visto che il profumo era legato a riti sacri e alla medicina, ma ben presto divenne anche simbolo di status sociale.
Nell’antica Grecia, il profumo inizialmente era riservato ai riti sacri. Veniva impiegato durante cerimonie religiose, rituali funebri e offerte agli dei, dove sostanze come incenso e mirra venivano bruciate per onorare il sacro e favorire il passaggio nell’aldilà.
L’importanza culturale del profumo è testimoniata anche dal Trattato degli odori (Deodoribus) di Teofrasto, uno dei primi testi dedicati all’arte profumiera che raccoglie e descrive diverse piante e sostanze utilizzate per creare fragranze, fornendo informazioni utili sulla loro origine, caratteristiche e usi. Nonostante l’importanza attribuita al profumo in Grecia, alcuni filosofi, come Socrate, lo disapprovavano, considerandolo una distrazione dalla vita semplice.
Con l’espansione dell’Impero Romano, l’uso dei profumi divenne ancora più diffuso. I Romani adottarono molte pratiche elleniche, adattandole ai propri costumi: le botteghe di profumieri si moltiplicarono e spesso si trovavano in veri e propri quartieri dedicati.
I profumi venivano utilizzati non solo per il corpo, ma anche per aromatizzare gli ambienti durante i banchetti, per profumare l’acqua dei bagni e persino per rinfrescare l’alito con pasticche aromatiche. Lo stesso Plinio il Vecchio raccontava come nei teatri venisse spruzzata acqua di rose per rinfrescare gli spazi.
Il profumo nel Medioevo
Durante il Medioevo invece, l’uso del profumo in Europa subì una profonda trasformazione rispetto alle epoche classiche. Con l’avvento del Cristianesimo, la dimensione estetica del profumo, tanto apprezzata nelle terme romane e nei rituali greci, venne condannata come frivola.
Nei monasteri si coltivavano erbe aromatiche come lavanda, rosmarino e salvia, scelte sia per le loro virtù medicinali sia per la produzione di profumi destinati a purificare gli ambienti e mascherare i cattivi odori, in un’epoca in cui, non dimentichiamolo, l’igiene era carente e le città erano spesso invase da epidemie. I monaci crearono rimedi curativi e profumi che venivano utilizzati per la cura di malattie e nei rituali religiosi.
Le dame nobili portavano con sé sacchetti profumati contenenti violetta, lavanda o fiori d’arancio, nascosti tra le vesti o nella biancheria, usate per proteggersi dai cattivi odori e dalle malattie, soprattutto durante le epidemie come la peste nera del 1348.
L’Oriente come culla della profumeria
Parallelamente invece, in Oriente, la profumeria raggiunse livelli di grande sviluppo. Gli arabi perfezionarono la tecnica della distillazione, già nota nell’antica India e in Persia, introducendo l’uso dell’alambicco per estrarre essenze aromatiche e per ottenere l’etanolo dai prodotti fermentati. Questa scoperta segnò una svolta epocale perché le fragranze non venivano più disciolte solo in oli o unguenti, ma anche in soluzioni alcoliche, dando così origine alla profumeria alcolica moderna.
Queste innovazioni permisero la creazione di profumi più stabili e intensi, che vennero poi introdotti in Europa attraverso le rotte commerciali e le Crociate.
Storia dei profumi: dal Rinascimento all’Ottocento
Arriviamo al Rinascimento che segna una vera e propria rinascita del profumo in Europa. È in questo momento della storia dei profumi che il nostro accessorio preferito cambia e si trasforma, diventando un simbolo di lusso ed eleganza, ma anche di un linguaggio non verbale utilizzato soprattutto a corte; indossare una fragranza esclusiva era difatti un segno di prestigio usato per distinguersi nelle complesse dinamiche di potere delle élite.
In questo periodo abbiamo una riscoperta delle arti, delle scienze e delle culture classiche, ma anche importanti innovazioni e un’espansione dei commerci che portano in Europa nuove materie prime.
Le corti italiane, in primis quella fiorentina, e poi quelle francesi, diventarono i principali centri di produzione e diffusione di profumi. Nel XVI secolo, la profumeria italiana influenzò profondamente la corte francese. Caterina de’ Medici, arrivata in Francia nel 1533 come sposa del duca d’Orléans portò con sé il suo profumiere di fiducia, Renato Bianco, introducendo l’uso dei profumi nella vita quotidiana dell’aristocrazia francese.
Durante il regno di Luigi XIV, la corte di Versailles divenne famosa per l’uso di profumi. Il sovrano stesso ne era un grande appassionato. Sempre in questi anni, si diffuse in molti corti europee anche la moda di profumare guanti, cinture e persino i capelli.
Durante il Rinascimento ci furono anche notevoli progressi nella chimica applicata alla profumeria. La distillazione, perfezionata grazie alle conoscenze del mondo arabo e successivamente agli studi scientifici europei, migliorò la qualità e la purezza delle essenze. Si diffusero le acque odorose, profumi alcolici più leggeri e volatili rispetto agli oli, che potevano essere applicati in modo più semplice sul corpo e sugli abiti.
Il Settecento rappresenta poi un periodo di grande trasformazione per l’arte della profumeria. Innanzitutto, vengono preferiti profumi più leggeri e dalle noti floreali, rispetto alle fragranze più pesanti del passato. La città di Grasse, in Francia, si afferma come centro cardine della produzione profumiera, grazie alle sue vaste coltivazioni di fiori e alla nascita di una vera e propria industria artigianale.
Il 1700 segna anche il passaggio della profumeria da arte artigianale a industria con l’aumento della produzione, lo sviluppo del commercio internazionale e la nascita della pubblicità. Tuttavia, la produzione rimane ancora perlopiù manuale e riservata a una clientela ricca, mentre dobbiamo aspettare l’Ottocento per la vera e propria produzione industriale e la diffusione dei profumi a un pubblico più vasto.
Nel 1800 si aggiungono poi nuove essenze come la vaniglia, l’ylang-ylang, il vetiver e il tea tree, coltivati nelle colonie africane e asiatiche. Nascono anche le prime maison di profumi come quella di Pierre François Pascal Guerlain, fondata nel 1828 a Parigi. Fu grazie a lui che il profumo diventò un prodotto più accessibile e non solo di nicchia.
Il profumo nel ‘900 e i primi anni 2000
Siamo giunti al 1900, il XX secolo è un momento fondamentale nella storia dei profumi, grazie soprattutto ai progressi della chimica che permisero la sintesi di nuove molecole aromatiche.
Protagonista di questa trasformazione fu François Coty, che nel 1904 fondò a Parigi la sua casa di profumi. Rese il profumo accessibile a tutte le classi sociali, combinando essenze naturali e sintetiche per ridurre i costi di produzione e rendendo il profumo un prodotto finalmente accessibile ai molti. Collaborò con il designer René Lalique per creare flaconi eleganti e originali, trasformando il profumo in un oggetto di desiderio per tutti.
Una nuova era: moda e profumi
Sono questi gli anni in cui il mondo della moda incontra quello dei profumi. Lo stilista francese Paul Poiret è considerato il primo sarto profumiere, lanciando nel 1911 Le Parfum de Rosine in onore della figlia, e inaugurando così un forte sodalizio tra alta moda e profumeria, un connubio che sarebbe diventato indissolubile.
Nel 1921 tocca invece a Coco Chanel che lanciò il celebre Chanel N°5, creato dal profumiere Ernest Beaux. Questa fragranza rappresentò una rottura con le tradizioni olfattive dell’epoca perché combinava ingredienti naturali e molecole sintetiche. Chanel N°5 è un profumo icona, a oggi tra i profumi più amati e venduti, più che un profumo si tratta di un simbolo di stile ed eleganza, oltre a essere il preferito di tante celebrità tra cui la diva per eccellenza Marilyn Monroe.
Successivamente la stilista Elsa Schiaparelli portò un nuovo approccio nel mondo della profumeria, collaborando con artisti come Salvador Dalí per creare flaconi di profumo dal design unico e, ovviamente, surrealisti. Nel 1937, lanciò il profumo Shocking, presentato in un flacone a forma di busto femminile ispirato alla silhouette di Mae West. Creatività e sperimentazione sono le parole d’ordine di questo secolo.
Metà ‘900 e primi anni 2000
In questi anni le fragranze si moltiplicano, rispecchiando le trasformazioni sociali, culturali e di costume. Siamo passati dalle note floreali e cipriate degli anni Venti e Trenta, ai profumi più audaci della seconda metà del secolo.
Nel dopoguerra, anche grazie alla pubblicità, il profumo diventa un prodotto di consumo di massa. Ma alla fine del 1900 e nei primi anni 2000, il mondo del profumo cambia ancora, con l’emergere di fragranze di nicchia, una tendenza dovuta al desiderio di personalizzazione che ritroviamo anche in altri campi, come nel mondo della moda e del makeup.
Questo trend oggi è ancora più forte, con il mercato dei profumi di nicchia in costante aumento, dove vediamo fragranze, non sempre conosciute ma davvero particolari, che vengono preferite anche ai classici brand iconici che per anni sono state le più desiderate da avere nel proprio scaffale.
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E oggi? I profumi più amati
Negli ultimi anni sono i profumi di nicchia i veri must have da collezionare. Queste essenze si distinguono per la raffinatezza delle composizioni e l’utilizzo di ingredienti pregiati. Sono soprattutto le donne a ricercarli, e a essere attirate dall’unicità di queste proposte olfattive meno commerciali.
Quali sono i profumi più amati negli ultimi anni? Abbiamo sicuramente un ritorno alla natura e alla complessità sensoriale, in particolare alle note gourmand – la vaniglia si conferma la protagonista indiscussa -, ma anche le note calde e speziate. Sono soprattutto i più giovani ad acquistare profumi di nicchia, sempre alla ricerca di prodotti che raccontano storie, esprimono personalità e offrono esperienze sensoriali autentiche.
Come si evolverà la storia dei profumi nei prossimi anni? Non vediamo l’ora di scoprirlo!